Istituto Universitario Don Giorgio Pratesi

La segreteria resterà chiusa Lunedì 8 Maggio.

Anno Accademico 2023-2024
Laboratorio  tecniche teatrali
Prof. Maria Giovanna Italia

Finalità e Obiettivi formativi

Il percorso consiste in 2 laboratori intensivi finalizzati all’uso dell’esperienza teatrale come pratica sociale volta al recupero e alla valorizzazione della dimensione collettiva per avviare processi di coscientizzazione e creare contesti utili per la ricerca di soluzioni a situazioni di oppressione.

Obiettivo è mettere in scena situazioni conflittuali e problematiche, scelte dal gruppo, per trasformarle in Teatro Forum: un evento partecipato e interattivo dove il pubblico prende la parola ed entra in azione per cambiare la scena, tentare di risolvere la situazione o comunque cercare strade alternative possibili.

  • Acquisire strumenti e metodologie in grado di attivare processi di coscientizzazione
  • Utilizzare il linguaggio teatrale per avviare processi maieutici
  • Sviluppare la capacità comunicativa non verbale
  • Potenziare le competenze relative alla comunicazione empatica

Argomenti del corso 

  • Il Teatro dell’Oppresso: storia e rapporti con il pensiero di Freire
  • Le tecniche del TdO: Teatro Immagine, Teatro Forum, Teatro Giornale e Teatro Legislativo
  • Costruzione di un Teatro Forum

Metodologia didattica

Il Teatro dell’Oppresso è un metodo teatrale elaborato negli anni ’70 da Augusto Boal in Brasile finalizzato a rispondere a situazioni di oppressione attraverso una messa in scena di temi conflittuali e condivisi. Consiste essenzialmente nell’uso del linguaggio teatrale attraverso giochesercizi per avviare processi collettivi di coscientizzazione, cioè di cambiamento personale e sociale.

Nel Teatro dell’Oppresso (TdO) la tecnica teatrale non ha una finalità “estetica”, ma diventa strumento di indagine ed esplorazione dei conflitti e dei condizionamenti sociali dell’individuo e del gruppo. 

Dall’influenza del pensiero di Paulo Freire, il TdO prende l’atteggiamento non indottrinante bensì dialogico e maieutico: non dà risposte ma pone domande e crea contesti utili per la ricerca collettiva di soluzioni. Un’ipotesi centrale del metodo è che “il corpo pensa”, ovvero una concezione dell’essere umano come globalità di corpo, mente ed emozione dove l’apprendimento/cambiamento vede coinvolti tutti e tre gli aspetti, in stretta relazione.

Testi di studio e di approfondimento      

  1. Schininà, Augusto Boal. Storia critica del Teatro dell’Oppresso, la meridiana, Bari 1999
  2. Boal, Dal desiderio alla legge. Manuale del teatro di cittadinanza, la meridiana, Bari 2002 
  • Id., Il poliziotto e la maschera. Giochi, esercizi e tecniche del Teatro dell’Oppresso, la meridiana, Bari 2009
  • Id., L’arcobaleno del desiderio, la meridiana, Bari 2010
  • Id., Il Teatro degli oppressi. Teoria e tecnica del teatro, la meridiana, Bari 2011
  1. Salatino, Il teatro dell’oppresso tra i luoghi del disagio. Pratiche di liberazione, Navarra Editore, Palermo 2011

Verifica profitto

Il percorso prevede un monitoraggio in itinere, al fine di poter realizzare un eventuale processo di ricalibrazione, e una valutazione finale rispetto al raggiungimento degli obiettivi affidata sul piano relazionale a dei momenti di feedback con i/le partecipanti attraverso delle attività di posizionamento, mentre sul piano dei contenuti a un’attività di verifica finale in forma scritta da realizzare in maniera collettiva. 

Altre informazioni 

Mariagiovanna Italia è Operatrice di Teatro Sociale e di Teatro dell’Oppresso. Collabora con la rete nazionale di TdO Giolli e fa parte della Rete Freire-Boal. Fa parte di Punteruolo, gruppo di Teatro dell’Oppresso di Catania. Con Officina Socialmeccanica progetta e conduce interventi di teatro sociale, in particolare sulle questioni di genere e le differenze culturali e percorsi di formazione rivolti a operatori sociali, educatori e docenti sulla creazione e gestione dei gruppi, sui processi comunicativi e sulle tecniche del TdO e della Drammaturgia di comunità.